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ARGOMENTO: Le Scelte Imprenditoriali:

Le Scelte Imprenditoriali: 11/06/2008 15:10 #28988

Lo spunto parte da una considerazione di Miccia fatta nel topic "Cartelloni pubblicitari" del seguente tenore:

"Non mi interessa fare un processo a chi acquista gli spazi perchè non è corretto colpevolizzare chi sfrutta un servizio messogli a disposizione (anche se le scelte imprenditoriali "etiche" non sarebbero sgradite visto che, per fortuna, esistono le alternative)."

Per cominciare butto lì le tre prime cose che mi passano per la mente:

è "etico" (imprenditorialmente parlando) utilizzare le risorse idriche per produrre energia elettrica?

è "etico" (imprenditorialmente parlando) realizzare un'opera pubblica (quindi commissionata da un ente pubblico) anche se a danno dell'ambiente o in palese contrasto con la logica?

è "etico" (imprenditorialmente parlando) chiudere un pubblico esercizio durante "la bassa stagione"?

... vi aspetto ...
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Le Scelte Imprenditoriali: 11/06/2008 15:36 #28990

Due precisazioni e poi me ne vado:

a) il topic: "Le scelte imprenditoriali" inteso in ambito locale;

b) ho inserito il topic in questa sezione perchè credo che alla fine i ragionamenti porteranno inevitabilmente a coinvolgere anche (e soprattutto, dico io) la politica (comunale) nella discussione sulle scelte imprenditoriali.

Diversamente ci penserenno i moderatori ...
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Le Scelte Imprenditoriali: 11/06/2008 22:25 #29003

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Ma al giorno d'oggi, con la tecnologia disponibile, non é possibile trovare un compromesso tra la qualità di vita dei nostri nonni/genitori e la qualità di vita che la PUBBLICITA' ci impone?
Fino a qualche decina di anni fa ci si alzava a regoler li vaca, fer la legna (non io!) ... oggi ci si alza cmq presto a fare anche oltre 10 ore per tirare fine mese; si lavora sempre molto ma almeno oggi abbiamo tutto il surplus ... Purtroppo però oggi, soprattutto in valtellina, mi sembra che il troppo benessere e l"eccessivo lavoro" ci sta facendo dimenticare quei valori (chiamiamoli come vogliamo) forse più importanti come il rispetto della natura, un pò di umiltà, semplicità, sana amicizia, tempo per gli altri.....
Già in altri topic ho avuto modo di scrivere il mio pensiero, lo riscrivo qui, (mi riferisco al tema CASA...) in breve ho la sensazione che viviamo innanzitutto tanto di speculizzazione quanto di turismo, secondo, lavoriamo sostanzialmente per la casa o almeno per un buon 50% per quasta ...
L'idea del cane che si morde la coda non mi pare così fuori tema: muratori/elettricisti/idraulici/legnameir... che lavorano abot, che guadagnano abot ma che non guadagnano cmq abot per riuscire a far su casa (discorso diverso se hai già terreno...fratelli muratori....non tutti sono fortunati....io lo sono) perché a furia di far su bait lievitano i costi anziché diminuire (giustamente l'impresario vende al milanese che ha i soldi non all'operaio valdidendrese).

Se tutti noi operai/impiegati ci accontentassimo di un livello di comfort inferiore, forse avremmo più tempo per altro o cmq non saremmo tenuti a deturpare l'ambiente (case dei milanesi, cartelloni pubblicitari, infrastrutture pubbliche quasi inutili se non per far girare un losco sistema..), avremmo più tempo da passare insieme....

Sogno anche io, che bello se il prossimo mese per due settimane non vado a lavorare (a prendere paga per fare su il bait) ma mi alzo con tutti i cugini a segare i prati, mangiare tutti insieme senza fretta ne niente; penso che oggi possimo permettercelo, abbiamo la tecnologia per non spaccarci la schiena...che bello poi se mi ritrovo con i cugini e l'aiuto minimale di un impresari per fare su casa, senza tutte ste cazzo di pratiche cui siamo tenuti, tutti sti cazzo di divieti... (p.s. sono geometra e forse domani vivrò di queste cazzute pratiche burocratiche... non che tutte lo siano! ma un buon 35%..)

Naturalmente sono contro i cartelloni pubblicitari ma più che altro col sistema in genere, lavoro nell'edilizia da 6 anni e mi rendo conto che il sistema gira male perché pochi ricchi danno si che da vivere a molti meno ricchi, ma i ricchi le case se le possono permettere, e i meno ricchi, fortunatamente pochi in alta valle, devono sopravvivere...

Sogno ancora un po' prima di andare a letto: che bello se potessimo alloggiare nelle case sfitte dei milanesi, accontentarci di 1200€/mese, coltivare il nostro orto, le nostre passioni ... vivere di un EQUILIBRATO turismo ...
Naturalmente tutti noi: operai, albergatori e impresari dovremmo tornare un pochino come si viveva fino a qualche decennio fa. Lavoriamo per vivere o viviamo per lavorare? Accettiamo la mentalità livignasca: demoliamo e ricostruiamo l'albergo per far lavorare un domani anche i nipoti? CONFIDO NEL COMPROMESSO! Viceversa vedo un futuro tormentato anche per i miei figli...
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Le Scelte Imprenditoriali: 11/06/2008 22:33 #29004

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dimenticavo, non vorrei mi fischiassero le orecchie: ammiro tutti gli albergatori e impresari che più degli operai lavorano, che più degli operai sacrificano il loro tempo, che devono pensare alle famiglie che mantengono. Vorrei ammirere però di più un domani UN'AMMINISTRAZIONE E UNA POLITICA CHE ABBIA FATTO QUALCOSA PER EVITARE QUELLO che precedentemente ho scritto. Se fossimo qualcuno in più a pensarla anche solo un pochino come la penso io, ma come penso la pensi Reman, credo qualche dritta la possa dare anche il comune.....(e qui mi ricollegherei al topic PGT ......)

NOTTE!
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Le Scelte Imprenditoriali: 11/06/2008 23:43 #29005

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Bel topic Gana!! Complimenti!!

Per quanto mi riguarda, quando parlavo di scelta etica lo facevo con esplicito riferimento alla situazione "cartelli stradali". Questo per dire fin da subito che ogni situazione va valutata approfonditamente nel contesto in cui si trova. Per il mio modo di vedere è troppo generico chiedere se sia giusto utilizzare le risorse idriche per produrre energia... in determinati contesti non ci vedrei niente di male, in altri sarei forse un pochino più critico.

Questa analisi delle situazioni è a mio avviso molto importante perchè se non si facesse si rischierebbe di fare "di tutta un'erba un fascio" prendendo delle posizioni per partito preso senza ragionare sul perchè di determinate scelte.

Quindi, nel caso specifico dei cartelli, per me la scelta imprenditoriale "etica" potrebbe starci tranquillamente e le motivazioni sono le seguenti:
- esistono già un buon numero di cartelli pubblicitari per reclamizzare le attività imprenditoriali della zona
- la pubblicità non è fatta solamente di questi benedetti cartelli: esistono per fortuna centinaia di altri metodi di promozione per cui un imprenditore non è in una situazione in cui, o sceglie questa alternativa, o non può investire in pubblicità!
- il territorio in cui viviamo è un bene comune. In economia quella di cui stiamo discutendo ha un nome ben preciso: esternalità negativa, ossia il prezzo collettivo da pagare per il danneggiamento di un bene di tutti.

Non sono invece d'accordo con il discorso di valemtb per il semplice motivo che di fondo credo che il confronto con il passato non regge. Sfido chiunque a dire che il progresso non ha aiutato a migliorare le condizioni di vita generali, e invito chiunque a dire che si stava meglio cinquant'anni fa. L'immagine bucolica del giovane che tutto sereno se ne va al pascolo con la sua mucca, senza troppi pensieri per la testa, non regge. Preferisco lasciare perdere la concezione poetica del passato ed essere più pragmatico, apprezzando quindi il benessere di cui godo fin da piccolo e che i miei genitori (tanto per fare un esempio!!) hanno potuto conoscere solo in età adulta.
Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per ascoltare il doppio e parlare la metà (Talete)
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Le Scelte Imprenditoriali: 12/06/2008 09:59 #29010

Bel topic Gana!! Complimenti!!

Per quanto mi riguarda, quando parlavo di scelta etica lo facevo con esplicito riferimento alla situazione "cartelli stradali". Questo per dire fin da subito che ogni situazione va valutata approfonditamente nel contesto in cui si trova. Per il mio modo di vedere è troppo generico chiedere se sia giusto utilizzare le risorse idriche per produrre energia... in determinati contesti non ci vedrei niente di male, in altri sarei forse un pochino più critico.

Questa analisi delle situazioni è a mio avviso molto importante perchè se non si facesse si rischierebbe di fare "di tutta un'erba un fascio" prendendo delle posizioni per partito preso senza ragionare sul perchè di determinate scelte.

A questo punto mi viene da chiedere:

"- il territorio in cui viviamo è un bene comune. In economia quella di cui stiamo discutendo ha un nome ben preciso: esternalità negativa, ossia il prezzo collettivo da pagare per il danneggiamento di un bene di tutti."

Qual'è il limite dell'esternalità negativa affinchè possa essere definita "accettabile"? .. e chi lo stabilisce?
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Le Scelte Imprenditoriali: 12/06/2008 15:18 #29014

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Il limite dovrebbero stabilirlo tutti gli esseri umani che fanno parte della catena tramite il loro personale buon senso. Dove questo viene meno i regolamenti democratici dovrebbero intervenire a tutela dell'ambiente e delle persone. Questo nel mondo moderno è venuto meno, sia il buon senso che i regolamenti. Ho trovato un interessante documentario su questi discorsi di sistema economico ieri sera, ecco il link La storia delle cose. Son tre parti, 20 minuti totali ma fatti veramente bene.

Ecco io son daccordo quasi completamente con valemtb ma il discorso di Miccia non fa comunque una piega, sputare sul lavoro e gli sforzi dei nostri predecessori non è giusto.
Credo che in mezzo sta sempre la verità. Vorrei un mondo che riesca a progredire come ha sempre fatto ma non verso tecnologie spicciole che quasi sempre rovinano culture, tradizioni e saperi antichi in nome della velocità e della quantità di scambi. Un mondo più giusto a partire dal locale, se possiamo coltivare carni e quantaltro a casa nostra perchè importarle dall'altro capo del mondo. Questo è inutile e dannoso. Ogni comunità dovrebbe cercare di rendersi il più possibile indipendente di modo che il sistema se avesse qualche cedimento questo non comporterebbe il crollo di tutto.Un mondo in cui se una macchina lavora al posto nostro, rispetto a 50 anni fa, non deve significare produrre di più ma produrre uguale e avere molto più tempo libero per crescere personalmente e far crescere rapporti interpersonali come quelli di una volta, far crescere la comunità e di conseguenza tutta la civiltà.

Mesi fa mi son reso conto della fragilità di questa routine che ci fa vivere ogni giorno ognuno per conto suo. Lo sciopero di qualche giorno degli autotrasportatori ha fatto svuotare i supermercati e mi chiedevo: se per un qualche motivo il blocco fosse durato un mese, la gente cosa avrebbe mangiato? Mi sento ricattato da questo sistema a volte, o ognuno fa la sua parte per spingerlo sempre di più o prima o poi crolla e allora tutti a spingere. Io dico invece di cambiarlo per fare in modo che non serva più spingerlo ma vada da solo.

Tornando alle scelte etiche dico che non bisogna ammettere ignoranze: se so che una banca investe in armi io con quella banca non voglio averci niente a che fare. Non resto con lei e poi aiuto i sofferenti dandogli altri soldi. Non posso finanziare ed essere complice sia del carnefice che della vittima. La cultura cristiana in molti casi può aiutare a capire cosa è etico e cosa non lo è...la cultura cristiana ripeto e non l'istituzione cattolica. L'importante è non chiudere gli occhi davanti alle cose che si sanno ma si fan finta di non sapere...e sono veramente tante.
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Le Scelte Imprenditoriali: 12/06/2008 19:43 #29023

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bellissimo video! Miccia non penso proprio di andare a fare il pastore però mi metto nei panni di chi sta un pochino più male di noi, come dice la ragazza del video il sistema in cui viviamo non é sostenibile e incrementa il divario tra ricchi e poveri, genera inquinamento, ci priva della libertà....nascoderci dietro quasta realtà solo perché stiamo bene non é onesto.....
se poi non cerchiamo di tirarci su le maniche a casa nostra e viviamo passivamente questa realtà...bo io nel mio piccolo cerco di non farmi influenzare dai media, di coltivare valori ricevuti, di non alimentare il sistema.
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Le Scelte Imprenditoriali: 13/06/2008 00:36 #29033

se poi non cerchiamo di tirarci su le maniche a casa nostra e viviamo passivamente questa realtà...bo io nel mio piccolo cerco di non farmi influenzare dai media, di coltivare valori ricevuti, di non alimentare il sistema.

tradotto in azioni concrete cosa intendi dire???

Trovo numerose NOBILI considerazioni in questo forum ... ma .... al lato pratico, concretamente, quali sono le proposte e le azioni??????????????
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Le Scelte Imprenditoriali: 13/06/2008 19:43 #29050

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... ho inserito il topic in questa sezione perchè credo che alla fine i ragionamenti porteranno inevitabilmente a coinvolgere anche (e soprattutto, dico io) la politica (comunale) nella discussione sulle scelte imprenditoriali.
Anche io come dice Gana ritengo che le politica e attività economiche siano le due facce di una stessa medaglia . La politica dovrebbe servire il bene comune e il bene comune (potevano chiamare così il palazzo comunale : bene comune) passa attraverso le attività lavorative messe in piedi e/o portate avanti da quel ristretto numero di imprenditori che con le loro attività , siano imprese , negozi , alberghi , studi ecc danno possibilità di lavoro alla quasi totalità dei cittadini .... Ragionando in ottica comunale l'area di azione di queste realtà si rivolge ad un ambito zonale per cui la domanda viene innanzitutto dai residenti ma in una misura ben più superiore da chi a Valdidentro non risiede e cioè i turisti o gli aquirenti di immobili (...) .
Sarebbe interessante avere i dati x fare un grafico del Pil della Valdidentro x capire com'è la situazione attuale e da dove viene e in che entità la ricchezza di noi tutti ... Non mi vorrei allontanare troppo dal topic ma queste premesse mi sono servite x arrivare a dire questo : secondo me la scelta imprenditoriale è da ritenersi etica (e quindi accettabile, comprensibile e anche 'giustificabile') se questa scelta inquadrata nel contesto economico e sociale in cui è inserita porta un vantaggio alla collettività in una misura maggiore dell'eventuale 'danno' che la stessa scelta arreca alla medesima collettività ...
Il contesto sociale ma specialmente quello economico/politico determina gli indirizzi , le strategie ,le possibilità e le scelte che gli imprenditori hanno x portare avanti e far crescere le proprie attività e di conseguenza dare lavoro a chi da queste attività dipendono ....
Un piano regolatore ad esempio condiziona il settore edilizio in maniera globale ed è quindi l'amministratore che con le sue decisioni detta la strada in maniera dominante x tutti gli operatori del settore ...
X come stiamo messi oggi l'edilizia marcia prevalentemente su quei binari che vengono definiti 'speculazione edilizia' ...
È etico x un costruttore costruire un edificio sapendo che 9 appartamenti su 10 verranno acquistati da un non residente che in quell'appartamento verrà 15 giorni all'anno e pagato quello avrà estinto il suo debito con la Valdidentro alla faccia di albergatori e affitta appartanti che non possono fare altro che stare a guardare ma soprattutto sapendo che sta cementificando un pò di più , un pò ancora questo nostro territorio ?
Alternative praticabili ?
Se l'edilizia occupa un 70 / 80 percento (sparo) del mercato del lavoro e il politico porta e spinge le sue decisioni in quella direzione direi che non saremo mai un comune turistico ... La scuola alberghiera di bormio dovrebbe essere stracolma di giovani attratti da un settore che al tempo stesso dovrebbe ricevere le attenzioni di quell'amministratore e dare quelle certezze di sviluppo e sostenibilità che x chi cerca lavoro significano molto ...
È quindi il politico che ha in mano il timone ... La costituzione della nave è importante ma chi sta caricando il forno della caldaia nella chiglia della nave non può che cercare di fare bene il suo lavoro .. Deve fidarsi di chi sta nella cabina di regia ...
È un'enorme responsabilità ...
Gli imprenditori è vero che non sono in regia ma sono appena sotto e se dialogassero di più tra di loro nell'interesse comune credo che potrebbero condizionare pesantemente le scelte della politica ... Noi che siamo di sotto non dobbiamo xò sentirci inutili e impotenti ... Possiamo fare molto anche da qui .. Chiaro che dobbiamo essere uniti e determinati a farci sentire ...
Scelte etiche x il presente, ma anche volontà di guardare avanti ...
Capitano e dirigenti , siamo molto nelle vostre mani ....
\\\"Il passato esiste solo nella nostra memoria, il futuro solo nei nostri progetti. Il presente è la nostra unica realtà \\\" Robert Pirsig
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Le Scelte Imprenditoriali: 14/06/2008 13:52 #29056

secondo me la scelta imprenditoriale è da ritenersi etica (e quindi accettabile, comprensibile e anche 'giustificabile') se questa scelta inquadrata nel contesto economico e sociale in cui è inserita porta un vantaggio alla collettività in una misura maggiore dell'eventuale 'danno' che la stessa scelta arreca alla medesima collettività ...

Il tuo ragionamento non fa una piega;
ma il problema di fondo è questo:
chi è "l'arbitro" che decide che "un'azione" porta un vantaggio alla collettività in una misura maggiore dell'eventuale 'danno'?
I "danni" "eterni" posso trovare comunque una propria giustificazione?
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Le Scelte Imprenditoriali: 14/06/2008 15:08 #29060

Un piano regolatore ad esempio condiziona il settore edilizio in maniera globale ed è quindi l'amministratore che con le sue decisioni detta la strada in maniera dominante x tutti gli operatori del settore ...
X come stiamo messi oggi l'edilizia marcia prevalentemente su quei binari che vengono definiti 'speculazione edilizia' ...
È etico x un costruttore costruire un edificio sapendo che 9 appartamenti su 10 verranno acquistati da un non residente che in quell'appartamento verrà 15 giorni all'anno e pagato quello avrà estinto il suo debito con la Valdidentro alla faccia di albergatori e affitta appartanti che non possono fare altro che stare a guardare ma soprattutto sapendo che sta cementificando un pò di più , un pò ancora questo nostro territorio ?
Alternative praticabili ?
Se l'edilizia occupa un 70 / 80 percento (sparo) del mercato del lavoro e il politico porta e spinge le sue decisioni in quella direzione direi che non saremo mai un comune turistico ...

Il piano regolatore è uno strumento importante che, a mio avviso, solamente in parte detta le strategie di sviluppo territoriale. Nello speficio, per quanto concerne l'edilizia privata, è molto difficile imporre condizioni sostenibili al fine di limitare la realizzazione di seconde case. E' il proprietario del terreno che ha facoltà di decidere se costruire una casa per se stesso e/o famigliari e altro o una casa da vendere.

In questo contesto vorrei far riflettere anche coloro che etichettano gli impresari edili come "speculatori edilizi": vi siete mai chiesti chi sono i primi veri speculatori? gli impresari edili da chi acquistano i terreni su cui edificare?
A parer mio, i primi speculatori edilizi sono i cittadini che vendono i propri terreni agli impresari edili!
Il ragionamento è semplice:
se non c'è cittadino che vende, non c'è impresa che acquista e realizza;
allo stesso modo è vero che, se non c'è impresa disposta ad acquistare, il problema è risolto.

A questo punto, però, si creerebbe inevitabilmente il problema occupazionale nel settore edilizio e annessi.
Le alternative potrebbero essere: cercare lavoro altrove o cambiare mestiere.
Ma cambiare mestiere può comportare alcune complicazione: in primis bisognerebbe capire se l'eventuale esubero di personale nel settore edilizio possa essere assorbito da altri settori (penso prevalentemente al turismo, nel nostro caso); in secondo luogo pùo risultare difficile (e per alcune persone forse anche impossibile) passare da un settore del genere ad un altro. Ma supponiamo per un momento che questo secondo problema non esista.
Rimane da valutare, a questo punto, se il settore turistico sia in grado di assorbire tale offerta di lavoro.
Con questo ragionamento si potrebbe andar avanti per ore ed il risultato, alla fine, non potrebbe essere altro che questo: "il solito cane che si morde la coda".

Questo per dire che le scelte imprenditoriali "etiche" devono anche stare in piedi, e mi spiego continuando il ragionamento di cui sopra con un semplice esempio:
se il nostro comune avesse veramente una vocazione turistica, probabilmente:
- il cittadino potrebbe vendere il suo terreno ad un futuro albergatore (anzichè all'impresario edile);
- a questo punto il futuro albergatore avrebbe bisogno dell'impresa edile per costruire il proprio albergo;
- l'impresario edile potrebbe rinunciare all'attività "speculativa" in quanto soddisfatto (anche economicamente) dalla sua attività tradizionale;
- l'albergatore, messa in moto la sua attività, comincerebbe ad assorbirebbe nuova occupazione contribuendo a far girare l'economia locale ...
... e via dicendo ...

Per arrivare a questo obiettivo, a mio modo di vedere, occorre:

raggiungere una "consapevolezza" comune (è cioè di tutti i cittadini) sul fatto che la nostrà realtà, il nostro territorio, il nostro comune E', e lo può essere sempre di più, a VOCAZIONE turistica;
delineare una strategia comune di interventi e investimenti (pubblici e privati) a medio e lungo termine;
far crescere e moltiplicare tutte le professionalità necessarie al comparto turistico;
tutelare il più possibile il nostro territorio;
.....

IN QUESTO CONTESTO E' PALESE CHE L'ATTIVITA' E LE SCELTE AMMINISTRATIVE SIANO DETERMINANTI
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Moderatori: Rok
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