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ARGOMENTO: La Gestione Dei Boschi - Osservazione Alla Redazione Del PGT

La Gestione Dei Boschi - Osservazione Alla Redazione Del PGT 23/04/2011 19:31 #31254

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da Massimiliano Trabucchi <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>
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data 23 aprile 2011 19:29
oggetto Osservazione PGT
proveniente da gmail.com
nascondi dettagli 19:29 (0 minuti fa)
Conservazione e manutenzione del territorio



Proposte relative ad una miglior gestione dei nostri boschi.



- Bosco, una risorsa che si è trasformata in problema.



Il comune di Valdidentro, il più esteso della Lombardia, è caratterizzato dalla presenza di enormi superfici boschive che, richiamando il documento di scoping per la redazine del PGT, sono in gran parte di tipo secondario, cioè derivate dall’azione di naturalizzazione in risposta all’attività dell’uomo. Per secoli, questi boschi, sono stati oggetto di uno sfruttamento molto intenso, le cui finalità principali erano il reperimento di materiale da costruzione (Pensiamo che secoli addietro, il legname tagliato nei boschi della Valdidentro venne fatto fluttuare, attraverso l’Adda, fino a Como), e la produzione di carbone con cui lavorare il ferro delle vicine miniere. Il radicale cambiamento dello stile di vita della popolazione, avvenuto nel corso dell’ultimo secolo, ha portato la popolazione stessa a disinteressarsi del bosco come risorsa ed in maniera analoga, la globalizzazione ha consentito ai grossi commercianti di legname di reperire questa materia prima, magari anche di migliore qualità, ad un prezzo più competitivo. L’insieme di questi fattori ha generato una situazione di stallo, in cui il bosco non è più stato curato come avrebbe dovuto.



- Perchè è necessario tagliare il bosco?



Quali siano le ragioni per cui non è possibile abbandonare a se stesso il bosco, sono bene descritte dal comunicato stampa dell’Ufficio forestale dei Grigioni, che tempo fa venne interrogato sulla questione:

“Avere tanti alberi è una cosa positiva, averne tantissimi non è ancora meglio? No sostieme l’ufficio federale dell’ambiente, delle forestee del paesaggio nel suo rapporto “Holznutzung und Naturschutz”: un bosco con abbondanti riserve di legno spesso si ringiovanisce in misura troppo modesta, cosa che ad esempio in un bosco di protezione si ripercuote negativamente sulla sua stabilità. Molti boschi ricchi di alberi sono inoltre cosi bui che non offrono più un habitat ad animali e piante che amano la luce ed il calore. Un taglio crea spazio per piante ed alberi che hanno bisogno di luce e favorisce lo sviluppo di un bosco misto con alberi indigeni. Laddove viene sfruttato il legno, vengono creati spazi e luce per le “generazioni di bosco di domani”. Lo sfruttamento dei boschi deve garantire che i “buchi” vengano chiusi grazie ad un ringiovamento naturale (alberi non piantati ma che crescono da semi caduti dagli alberi circostanti). Anche se le “ferite” che un intervento può arrecare al bosco per un periodo limitato provocano spavento, esperienze pluriennali mostrano che le giovani piante chiudono i buchi già pochi anni dopo sotto forma di una nuova generazione di alberi sani.”



- Che cosa è stato fatto sin qui: il Consorzio Forestale



Riprendendo gli articoli 1 e 2 dello statuto del Consorzio, possiamo affermare che lo stesso è costituito tra proprietari di beni agro-silvo-pastorali, pubblici e privati, singoli o associati, ed ogni altra impresa o ente o soggetto avente finalità connesse od affini con la gestione delle risorse ambientali. Il consorzio ha per scopo la gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale di proprietà dei soci, delle risorse naturali ed ambientali dei parchi e delle aree protette, la promozione di azioni di salvaguardia, di tutela, di gestione e di valorizzazione delle risorse delle aree montane e marginali. Valdidentro sigla l’accordo con il Consorzio nel 2003 e da allora la gestione dei beni agrosilvopastorali del comune viene effettuata dal Consorzio stesso che è obbligato a tenere una distinta contabilità della gestione del patrimonio concesso, dove devono risultare con chiarezza i proventi ed i costi della gestione.

Ora, passati otto anni dall’affidamento al Consorzio, e rilevata ancora una criticità nella gestione del patrimonio boschivo, appare necessario verificare l’operato del Consorzio in questo lasso di tempo. La prima cosa che appare evidente è che le amministrazioni che si sono succedute non hanno avuto l’attenzione necessaria all’operato di questo ente che, seppur nato con finalità estremamente meritorie, ha visto nel corso del tempo spostare le proprie attività nei settori più diversi. L’ultimo numero del bollettino comunale, precisamente il N°2 Anno III, ha presentato un intervento del presidente del Consorzio con una breve relazione in merito alloperato nell’anno 2010. Innanzitutto si può osservare che una amministrazione che affida il proprio patrimonio boschivo e silvopastorale ad un ente esterno e che versa a questo ente ogni anno una cifra non irrisoria per il mantenimento del suddetto patrimonio, dovrebbe essere in prima linea nel verificare obiettivi e traguardi raggiunti. Il fatto di chiedere a chi rappresenta questo ente di dare un giudizio sul proprio operato, rende abbastanza chiaro il quadro di disinteresse che ruota a questa questione. I tagli realizzati nel recente passato sono stati oggetto di aspre polemiche per le modalità con cui sono stati eseguiti, ma nessuno si è preso la responasabilità di quanto fatto cercando di spiegare anche le ragioni, se ce ne sono, di determinate scelte. Il resoconto dei lavori fatti nel 2010 mette poi in luce un’altra questione, se è vero che il consorzio è nato per compensare il disinteresse privato alla gestione del patrimonio boschivo, attività ormai ritenurta antieconomica, non ci si spiega il perchè la maggior parte delle attività riportate non riguarda il lavoro diretto nel bosco ma attività per così dire collaterali. Le numerose attività di manutenzione di strade, realizzazione di ponti, perlinatura di ambienti (!!!), avrebbero potuto tranquillamente essere eseguite da ditte del posto, in un regime di normale concorrenza. Se a questo uniamo il fatto che diverse attività di esbosco sono state date in appalto a ditte esterne, le funzioni ed il ruolo del consorzio vengono snaturate completamente.



- Proposte concrete:



Innanzitutto è necessario chiedersi se è possibile instaurare con il Consorzio un rapporto più proficuo basato su una condivisione degli obiettivi e delle modalità di lavoro. Considerato che Valdidentro ha affidato il proprio patrimonio al Consorzio, e che versa un contributo rilevante per il suo mantenimento, dovrebbe avere le carte in regola per chiedere maggiore collaborazione. Di contro però, sarebbe necessario anche un maggior interessse da parte degli amministratori. La cosa migliore, per sapere come il Consorzio lavora, sarebbe pubblicare sul bollettino comunale la contabilità separata relativa al nostro comune, che sarebbe molto più indicativaed interessante delle parole del presidente del Consorzio. Una analisi concreta di quanto spendiamo ed i benefici che traiamo da questo rapporto sarebbe utile per verificare l’opportunità o meno di mantenerlo in essere.



Le richieste di legna da adere sui boschi comunali, da parte dei cittadini, sono negli ultimi anni in lento ma costante aumento nonstante questa avvenga a prezzi elevati rispetto alle condizioni del mercato. Visto che l’interesse esiste ancora, e che esistono parecchie porzioni di bosco il cui valore è prossimo allo zero, si potrebbe affidare a ditte esterne il taglio di queste porzioni ed il trasporto in una zona in cui i cittadini potrebbero acquistarla. Il vantaggio per i cittadini di avere legna già tagliata e comoda da caricare potrebbe essere ripagato con un prezzo al quintale leggermente più alto dell’attuale. Il ricavato della vendita verrebbe utilizzato per pagare il lavoro dellla ditta esterna ed il comune si troverebbe una zona di bosco in meno da pulire.
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